Costruire ponti: esperienze di plurivisione
“Curare” è l’ambizione di ogni psicoterapeuta e, quasi, di ogni orientamento psicoterapeutico.
Noi crediamo che ciò sia possibile solo mantenendo la massima apertura possibile nei confronti delle diverse teorie che cercano di comprendere e descrivere la psiche, senza attribuire all’una o all’altra una pretesa di supremazia o infallibilità. La cultura contemporanea non può che essere una cultura di integrazione, di incontro: proprio questo determina la ricchezza del nostro credere in una cultura specifica. Non è uno specifico rigido, ma uno specifico fluido. Collegato da ponti, spesso da costruire.
Incontrare “l’altro”, in questo progetto, significa anche incontrare un pensiero “diverso”, dal nostro, da quello al quale siamo più abituati. Ascoltarlo, provare a capirlo. Vedere e leggere gli eventi attraverso uno sguardo nuovo, magari dissonante.
Infine, forse, il senso più ampio del progetto, si colloca in un’esperienza di condivisione.
A nostro avviso, “condividere” è un’esperienza necessaria quando si avverte la sensazione di poter mettere a disposizione degli altri il bagaglio di conoscenze raccolto nel proprio cammino, con un sentimento e una pratica di gratuità e di piacere per tale processo. Per questo, a partire dal mese di ottobre 2017 si svolgono degli incontri aperti a psicoterapeuti interessati a condividere esperienze legate al proprio lavoro, a ciò che accomuna i diversi approcci e permette l’applicazione di una cura efficace e soddisfacente.
Queste sono alcune delle parole chiave che caratterizzano il progetto.
- Clinica -presentazione e riflessione su casi, con diversi discussant.
- Cura personale – attenzione anche al benessere del terapeuta.
- Teoria – letture e approfondimenti.
- Condivisione – confronto paritario senza (pre)-giudizi.
- Gratuità – nessuno compenso, nessun pagamento