EMDR e psicoterapia
L’EMDR è una tecnica che si sta diffondendo sempre di più nella pratica psicoterapeutica sia in Italia, sia in Europa, sia nel mondo.
Gli psicoterapeuti affiliati alle associazioni EMDR sono molto numerosi.
La domanda è: perché questo accade? e anche: come leggere questo fenomeno? e ancora: gli psicoterapeuti che praticano l’EMDR ai loro assistiti, sono sempre gli stessi o sono “altri”?
Possiamo cercare di dare delle risposte….
In fondo, poco anni fa entrò in auge la tecnica relazionale, alcuni anni prima vi fu il boom del cognitivismo e del comportamentismo, prima ancora fu il momento della terapia breve, e prima ancora la più parte dei terapeuti praticava la psicoanalisi, intesa nel senso più ortodosso del termine.
Se dunque è vero che vi sia la necessità di evolvere, o integrare o modificare certi metodi di lavoro con altri, è altrettanto vero che soprattutto i giovani colleghi che devono scegliere dopo la laurea in Psicologia le scuole di formazione come psicoterapeuti, si trovano spesso a fare delle scelte precise di orientamento professionale.
Bisogna sapere che non esiste una scuola di formazione come terapeuta EMDR, ma che ogni psicoterapeuta già formato, indipendentemente dal suo orientamento di formazione, può fare dei corsi specifici per apprendere come praticare ai suoi pazienti anche l’EMDR.
L’EMDR, tanto per essere chiari, non pone il professionista che lo apprende e che poi lo utilizza nella sua pratica quotidiana di fronte a una scelta di orientamento, in quanto è una tecnica che ogni professionista può affiancare a quella che abitualmente utilizza con i suoi assistiti.
Si può dire che sia una marcia in più da utilizzare quando ve ne sia la necessità.
L’EMDR può essere utilizzato dal terapeuta sia nel momento di inizio di una terapia, perché lo ritiene un avvio indispensabile; sia perché chi si rivolge al professionista ha subito un Trauma (con T maiuscola) o uno o più traumi (con t minuscola) e quindi pone una specifica richiesta terapeutica con EMDR per curare i sintomi che patisce in conseguenza di queste esperienze traumatiche.
Può e deve anche essere utilizzato nel corso di una psicoterapia già avviata, qualora emergano durante il proseguimento dei colloqui vissuti traumatici pregressi non ancora elaborati e superati, che creano un ostacolo al raggiungimento, attraverso la cura, di quel benessere ed equilibrio che possono fare pensare ad una “guarigione” stabile. Se ci si pensa bene, chi di noi non ha avuto vissuti traumatici nel corso della sua vita?
Altra situazione è quella di una persona, che sta seguendo una cura psicologica già avviata da tempo, che patisca un trauma (ad esempio un incidente stradale o un lutto); sintomi d’ansia o attacchi di panico o una sintomatologia depressiva sviluppati in seguito a questi eventi, il più delle volte inattesi e non prevedibili, possono essere alleviati con l’utilizzo dell’EMDR.
In tutti questi casi, dunque, l’EMDR può e deve essere parte integrante di un percorso psicoterapico. E’ una preziosa risorsa che scioglie nodi difficili (attuali, recenti o del passato) con rapidità e che permette di proseguire nella relazione terapeutica con immediato sollievo da parte del paziente e con maggiore disponibilità ad approfondire poi la conoscenza di sé, a migliorare la sua capacità relazionale, e vivere il piacere di una buona relazione con sé stesso.
commento di Cristina Carra